La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.
L’Assemblea Generale dell’ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981.
Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
I numeri della violenza sulle donne in Italia
Secondo l’ultimo rapporto Istat sulla violenza sulle donne (pubblicato nel 2016, con dati aggiornati al 2014), il 31,5 per cento delle italiane di età compresa tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Stiamo parlando di 6 milioni e 788mila donne, che dichiarano di essere state sottoposte, almeno una volta nella vita, a maltrattamenti fisici o abusi sessuali. Il fenomeno riguarda ogni categoria professionale, ma tra le laureate e le libere professioniste e le dirigenti – probabilmente per una maggiore propensione a dichiarare la violenza subita – i numeri risultano ancora più importanti: rispettivamente il 42,5 per cento e il 40,3 per cento delle intervistate.