Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, che viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92[1], vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale».
Il primo anno in cui si celebrò il Giorno del ricordo fu il 2005. In quell’occasione l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi emise un comunicato, nel quale espresse la propria soddisfazione per l’istituzione della solennità: rivolgendo il proprio pensiero «a coloro che perirono in condizioni atroci nelle Foibe […] alle sofferenze di quanti si videro costretti ad abbandonare per sempre le loro case in Istria e in Dalmazia» affermò che «Questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni. Tanta efferatezza fu la tragica conseguenza delle ideologie nazionalistiche e razziste propagate dai regimi dittatoriali responsabili del secondo conflitto mondiale e dei drammi che ne seguirono». Contestualmente, Ciampi affermò che nel quadro di un’Europa unita «italiani, sloveni e croati possono guardare con fiducia ad un comune futuro, possono costruirlo insieme»