Domenica 11 Settembre 2016 durante la Celebrazione della S. Messa il Parroco don Carlo Patti ha benedetto l’affresco murale recuperato dalla Cascina Ghione, raffigurante la Crocifissione, e restaurato da Angelo Scotti. L’affresco era rimasto per tutto questo tempo nel muro interno della Ghione ed aveva subito, dopo l’abbandono della Cascina, l’ingiuria degli elementi e del tempo, ed era divenuto quasi invisibile perché nascosto da una vegetazione rampicante che, pur ammalorandolo, parzialmente aveva concorso a proteggerlo.
Attilio Beltrami, che fra le sue molteplici attività, ha quella di ricercatore della Storia locale ci ha fornito la foto dell’affresco, ripreso ancora prima dell’ultimo degrado, e ci ha rilasciato queste note storiche: “L’affresco della Crocifissione alla cascina Ghione potrebbe essere stato dipinto nel 1857, lo stesso anno in cui Pietro Ferrabini eseguì un dipinto raffigurante la Purificazione della B.V. sulla lunetta sovrastante la porta laterale della chiesa che guarda sulla piazza e che successivamente è andato perduto. L’affresco strappato alle Ghione raffigura Cristo Crocifisso ai piedi del quale sono le figure della Madonna, della Maddalena e “un’altra Maria”, e venne benedetto dall’allora parroco di Salerano don Pietro Guzzelloni.” Tali note, ci conferma, sono state ricavate da documenti dell’archivio parrocchiale.
Angelo Scotti ci ha parlato della difficoltà dell’intervento di restauro, di come la parte in basso del dipinto sia andata irrimediabilmente perduta,. L’intervento è stato finalizzato al recupero quanto più possibile della pittura originale, mentre, per garantirne la durata, l’affresco è stato posto su un supporto di legno dopo averlo ripulito da umidità e muffe. Il restauro è stato di carattere conservativo e non ricostruttivo e nelle parti mancanti sono stati ricostruite le tracce della sinopia per permetterci di avere una visione dell’affresco quanto più vicino alla fattura iniziale.
L’autore dell’affresco è molto noto negli ambienti lodigiani durante la prima parte del XIX secolo. Pietro Ferrabini nato a Rancio di Lecco nel 1787 ha sviluppato la sua attività come architetto, pittore, scenografo ed insegnante di disegno nel lodigiano. Molte sono le sue opere conservate nelle Chiese come il Crocefisso della Chiesa della Maddalena a Lodi o in case private come il ritratto di donna della collezione Cosway. E’ suo a Lodi Vecchio il grande affresco da poco restaurato nella Cappella dei SS. Narbore e Felice raffigurante il martirio dei due Santi. Pietro Ferrabini morì nel suo paese natale Rancio il 29 Maggio 1869 dove si era trasferito per affrescare una chiesa da lui progettata. Sembra sia caduto da una impalcatura che aveva ceduto sotto il suo peso.
L’affresco prima del restauro